Proust, Marcel Proust che anche il correttore vuol correggerlo in Prost, io non l’ho mai letto, i miei contatti con lui sono legati soltanto a queste cavolo di madeleine che alla fine, vi dirò, a me non piacciono neppure tanto forse per colpa di quel sapore ammandorlato che spesso hanno quelle confezionate che erano, assieme al Toblerone (che gli dei lo tengano sempre di conto), omaggi dei parenti che facevano viaggi in autostrada.
In realtà l’ho incontrato molto più spesso di quanto creda e in modalità più che diverse, in situazioni eterogenee e piene di pathos.
Nell’ordine:
- Il mio testimone di nozze che dopo essersi letto tutti i volumi della storia di Einaudi si è letto anche tutti i volumi della Recherche
- Anton Ego in Ratatouille quando mangia, appunto, la Ratatuille
- Little Miss Sunshine: “Conosci Marcel Proust? Scrittore francese, perdente assoluto: mai fatto un lavoro vero, amori non corrisposti, gay; passa vent’anni a scrivere un libro che quasi nessuno legge, ma è forse il più grande scrittore dopo Shakespeare. Comunque, arrivato alla fine della sua vita, si guarda indietro e conclude che tutti gli anni in cui ha sofferto erano gli anni migliori della sua vita, perché lo hanno reso ciò che era. Gli anni in cui è stato felice, tutti sprecati: non gli hanno insegnato niente.”