Di Longobardi, Franchi, Prussiani, Tirolesi e Romagnoli


ferie2013_22Le vacanze anche quest’anno sono state in Francia. Cioè la parte iniziale è stata la Francia poi, facendo tappe non troppo lunghe per l’infante e mirate ai parchi divertimento sparsi in giro, ha toccato la Germania, un momento interlocutorio in Austria per finire in Trentino a trovare degli amici. Infine il lago di Garda e per ultima, improvvisata quanto felicissima,  Torriana.

La prima tappa, dovendoci dirigere a nord, è stata esclusivamente culinaria come l’ultima.

È da un poco che si parla del Blend4, locale toscano in Lombardia di Ivano Antonini e Luca Martini e rispettive consorti, e non ci siamo privati dell’opportunità di provare. Quindi Azzate che è prossima al lago di Varese. Nessun giudizio sulla città o i luoghi intorno che non abbiamo avuto tempo di visitare.

I cinque ristoranti principali che nominerò troveranno una recensione specifica. Devo stare attento che sono faccende delicate.

La Svizzera verde è stata attraversata velocemente per giungere a Colmar appena possibile. Subito dopo la registrazione in albergo ho prenotato al ristorante che si trova all’interno. I francesi fanno distinzione tra Ristoranti (etnici, tradizionali, italiani, vegetariani, ecc.) e Ristoranti Gastronomici. Il Rendez-vous de chasse è proprio dell’ultimo genere. Stella Michelin e lo chef, Julien Binz, è noto in tutta la regione. Colmar è bellissima e mantenuta come dovrebbero essere tutte le città turistiche. Canali e case dalla tipica conformazione la rendono estremamente suggestiva. Ci si muove tra ristorantini e negozzi di souvenir.

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Si possono trovare ottime lumache alla borgognona a svariati prezzi. Dopo un giorno ne siamo diventati dipendenti e ne abbiamo mangiate ad ogni pasto. Mia moglie mi ha detto che vicino a casa nostra c’è un allevamento di lumache di vigna; non lo sapevo ed in autunno le preparerò.

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Abbiamo anche fatto i turisti mangiando nei luoghi consigliati dalle guide. Nessun promosso, neppure quelli consigliati dalla rossa, per quanto riguarda il cibo tradizionale. Il piatto forse più conosciuto è la Choucrute una sorta di bollito con i crauti arricchito da grasso d’anatra. D’accordo che non è adatto al caldo agosto ma io l’ho trovato pesante e monotono con quella nota affumicata continua, quell’acido persistente e la senape come unica salsa. E sarebbe stata la stessa cose anche a gennaio.

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Giratela bene Colmar ma state pronti a fuggire per le vigne poco distanti ad assaggiare gli ottimi Pinot grigio e Riesling della zona e per andare a visitare la Foresta delle scimmie ed il centro per la Salvaguardia delle Cicogne. Il vino interessava a me e a mia moglie, il resto a mio figlio e a mia moglie.

Qui, girando, incontrerete sicuramente la Tarte flambée, una sorta di pizza inventata dai cugini d’oltralpe carica di formaggi grassi, lardons e panna acida.

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Strasburgo appare per quello che è ovvero la capitale europea iper organizzata e curata. Poche auto e tanti mezzi pubblici, biciclette, pattini e skateboard. Lì abbiamo notato per la prima volta che le acque in bottiglia che vengono vendute nei negozi e nei ristoranti hanno quasi tutte un sapore di fondo strano che non abbiamo gradito.

Abbiamo continuato a fare i turisti mangiando quello che mangiano gli indigeni tutti i giorni, a detta di qualcuno, ma anche provando i ristorantini etnici che si trovano sulla via che dalla cattedrale porta alla Petit France. L’ultima sera abbiamo provato il noto Le Crocodile di Philippe Bohrer altro chef alsaziano che gode di una certa notorietà.

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Già a questo punto eravamo saturi di grassi animali, burri, fegati grassi. Saturi di   affumicati, patate fritte e salse tanto dense e lucide. Stanchi del pane nero carico di semini di ogni genere. Che comunque in certi casi e con seri abbinamenti è ottimo.

Arrivati a Gunzburg per portare il bambino a Legoland però ci siamo ritrovati nella festa del paese a bere birre che scendevano giù come acqua fresca, mangiare metri e metri di salsicce tedesche e stinchi di maiale mastodontici ascoltando musichette sparate a tutto volume da signori in bretelle giustamente molto convinti del proprio ruolo.

Legoland è un paradiso per tutti ma soprattutto per i bambini più piccoli (vicino ai 3 e sopra al metro) fino ai 14. Il 95% dei giochi sono per loro e la cartellonistica è chiara per tutti anche per chi ha meno di 3 anni. Il cibo è pessimo però e si salvano forse i panini freddi che si trovano qua e la. Non prendete assolutamente il beverone, slusch mi pare si chiami, che non è altro che una stratificazione di granite artificiali (le troveremo sotto altro nome anche a Gardaland) e tantomeno il pollo al curry.

Bagni pulitissimi e fontanelle dove abbeverarsi gratuitamente ad ogni angolo, lavandini per persone di tutte le altezze.

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Innsbruck è stata una tappa di mezzo. Abbiamo visto lo zoo degli animali d’altura dove la vasca di acqua fredda è bellissima (il resto è triste come son tristi tutti gli zoo) e siamo saliti con la funivia lasciandoci impressionare, come siamo provinciali, dal trampolino per il salto con gli sci. Siamo andati a mangiare dal pagliaccio americano e abbiamo provato un Thailandese piacevole ma che non saprei definire bene a causa della mia ignoranza. Unica cosa che ci siamo concessi di tradizionale sono state due fette di Torta Sacher all’omonimo caffè ed un bicchiere di ottimo Trockenbeerenauslese.

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Penultima tappa prevista all’Alpe di Siusi a trovare degli amici e a far provare al piccolo l’ebrezza delle camminate in alta montagna. Lo ha fatto per ore senza fiatare il mio eroe. Merito suo e merito dei locali che hanno organizzato tutto magnificamente. Cena di canederli, zuppa di patate e funghi e frittata dolce.

Da li siamo andati a provare il St. Hubertus di Norbert Niederkofler a San Cassiano in Badia.

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Poi giù fino a Gardaland dove abbiamo dormito in un albergo squallido, sporco e carissimo (ma con che criterio affibbiano le stelle?) poco distante dal parco divertimenti.

A Gardaland il cibo è migliore rispetto a Legoland, non tutto e non di troppo, ma basta il chiosco che vende ciotole di frutta fresca a pezzi per alzare il livello. All’ora di punta gli hamburger vengono dati già abbastanza freddi e anche li si trova l’orrida granita. I giochi sono adatti ai ragazzi più grandi e le norme di accesso sono tante e applicate all’italiana. Ma la responsabilità è principalmente nostra.

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Deluso dall’albergo così pessimo, mentre ero da solo ad attendere moglie e figlio che facevano una coda molto lunga per il brucomela, ho telefonato a Torriana al Povero Diavolo di Pier Giorgio Parini. Ho verificato la camera e la disponibilità al ristorante e siamo andati per un ultimo inaspettato e favoloso giorno di vacanze. Una delle scelte  migliori della mia vita. Gastronomicamente parlando.

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